Relazioni

La manipolazione psicologica: non sempre siamo in buone mani

Manipolazione psicologica: cos’è?

La manipolazione psicologica può essere definita come il tentativo di influenzare l’altro (partner, genitori, figli, interlocutore, ecc) per raggiungere i propri scopi. Attraverso la distorsione mentale e lo sfruttamento emotivo, il manipolatore cerca di raggiungere e ottenere potere, controllo, benefici e privilegi a spese della vittima. La manipolazione è un fenomeno frequente e “tossico”, sia per la vittima che per il manipolatore.

La maggior parte degli individui manipolatori ha quattro caratteristiche comuni:

  1. Sanno come individuare le debolezze dell’altro
  2. Una volta trovate, usano tali debolezze contro l’altro.
  3. Attraverso particolari tecniche, i manipolatori convincono la vittima a rinunciare a qualcosa di sé col solo intento di servire i propri interessi egocentrici.
  4. Quando il manipolatore riesce a trarre vantaggio dall’altro, probabilmente tenderà a ripetere i tentativi di manipolazione fino a quando non sarà la vittima a mettervi fine.

Le 5 categorie di manipolazione psicologica

Diversi sono i comportamenti e gli atteggiamenti che un manipolatore mette in atto nei confronti della vittima. Possiamo elencare 5 categorie a riguardo:

  1. Manipolazione negativa: si manipola l’altro per sentirsi superiori, facendo sentire la vittima inferiore, inadeguata, insicura e/o dubbiosa. Esempi: critica persistente, rimproveri pubblici, elevato sarcasmo, esclusione sociale, minaccia alla sicurezza, ecc. 
  2. Manipolazione positiva: si manipola l’altro con lodi e complimenti per corromperlo emotivamente al fine di ottenere favori e concessioni. Esempi: adulazione insincera; promettere (falsamente!) un ritorno professionale, sociale o romantico; promettere un aiuto sproporzionato rispetto a ciò che si chiede, aiuto che arriverà solo dopo aver ottenuto ciò che si brama; ecc.
  3. Inganno e Intrigo. Viene distorta la percezione della realtà nella vittima per esercitare il controllo in modo più semplice. Esempi: mentire; utilizzare delle scuse; incolpare la vittima per i propri sbagli; deformare la verità, ecc.
  4. Impotenza strategica. Vi si ricorre per sfruttare la buona volontà della vittima, la sua coscienza, il suo senso del dovere e dell’obbligo, o il suo istinto protettivo. Esempi: fare la parte del “martire”; usare storie tristi per ottenere la simpatia della vittima; drammatizzare le difficoltà per ottenere un trattamento speciale, ecc.
  5. Ostilità e Abuso. Si domina e si controlla la vittima attraverso un’aggressione evidente. Esempi: bullismo; costrizione; intimidazione; abuso fisico; abuso emotivo; abuso mentale; abuso sessuale; abuso finanziario; vincoli opprimenti, ecc. 

I segnali per riconoscere un manipolatore

  • Gli spazi: i manipolatori preferiscono interagire in uno spazio fisico dove possono esercitare più dominio e controllo (es. nel loro ufficio, nella loro auto, ecc.)
  • Tempo: spesso il manipolatore lascia che parli prima l’altro per scovare meglio le sue debolezze
  • Fatti e statistiche: mettendo in atto una sorta di “bullismo intellettuale”, il manipolatore si finge l’esperto, riferendosi a fatti, statistiche e altri dati (a volte anche inventati!) che la vittima potrebbe conoscere poco.
  • Le parole: per il manipolatore tutto è bianco e nero, giusto e sbagliato; se l’altro non è d’accordo, è automaticamente irragionevole. Nessuna sfumatura sarà riconosciuta, né alcuna interpretazione alternativa. I manipolatori tendono a trasformare semplici disaccordi in giudizi morali e ovviamente loro ricoprono la parte dei buoni, mentre la vittima viene vista come cattiva.

“Non sarei mai stato in grado di vivere in pace con me stesso se avessi fatto quello che hai fatto tu” 

“Non ti tratterei mai così, hai dimenticato tutto quello che ho fatto per te?”

Le parole “mai” e “sempre possono evidenziare la tendenza del manipolatore verso la generalizzazione eccessiva, facendo apparire una singola incomprensione o un singolo malinteso come una regola, eccessivamente semplificata. Emotivamente, la vittima è portata a scusarsi rapidamente. Inoltre, quando si discute con qualcuno con qualità manipolatorie, si può scoprire che anche le sue reazioni emotive sono esagerate, gli eventi possono essere interpretati in modi che enfatizzano la profondità del dolore che hanno causato al manipolatore, incapace di riflettere sul dolore della vittima. Una frase tipica è:

“Non riesci a vedere tutto il dolore che mi stai causando?” 

Inoltre, questo tipo di manipolazione fa un esplicito appello ai sensi di colpa. Si potrebbe anche sentire:

“Sai? Oggi mi sento troppo depresso per fare questo! Puoi farlo tu per me?” – E anche se l’altro ha provato a parlare di un suo problema, un manipolatore cronico può ignorarlo e usare l’opportunità per concentrarsi sul proprio dolore.

Quale differenza tra influenza e manipolazione?

Nel rapporto con gli altri è però normale cercare di portare il nostro interlocutore ad assumere anche il nostro punto di vista e fare in modo che questi capisca le nostre ragioni e ci venga incontro. Allora non è anche questa una forma di manipolazione? In realtà, proprio per non confondere una normale relazione con una relazione manipolatoria, è bene distinguere tra influenza e manipolazione. 

Entrambi i termini implicano il “produrre un effetto in un’altra persona senza un apparente esercizio di forza”.

Ma la manipolazione è definita come “avere il controllo sugli altri avendo la capacità di influenzare il loro comportamento, le loro emozioni e le loro azioni in modo che le cose possano andare a favore del SOLO manipolatore. Gli altri si controllano attraverso modalità false o mezzi subdoli e insidiosi per il proprio vantaggio. Chi viene manipolato si sente sotto pressione, intrappolato o arrabbiato.

Al contrario, l’ influenza si basa sul rispetto dell’ altro, ha in sé una dose di carisma e ammirazione che contraddistingue la relazione. Naturalmente, non tutte le influenze sono buone, ma è facile notare che dobbiamo dire “cattiva” influenza per chiarire un effetto negativo, ma non dobbiamo mai aggiungere l’aggettivo “cattiva” alla manipolazione..

Effetti sulla vittima

La vittima si sente spesso in preda ad emozioni molto intense ed ha la sensazione di non riuscire a “scaricarle” poiché ha paura di sembrare cattiva e poco sensibile verso il dolore o le richieste dell’ altro se solo provasse a reagire. Le emozioni sentite più di frequente dalla vittima sono:

  • rabbia
  • colpa
  • frustrazione
  • tristezza

I problemi dei manipolatori

Ovviamente ci può capitare di utilizzare con gli altri, a volte, alcune parole tra quelle precedentemente illustrate. Il problema sorge se il loro utilizzo è molto pervasivo e va al di là delle situazioni in cui sentiamo realmente tristi e sofferenti. Ma se anche riconosci alcuni tuoi comportamenti tra quelli finora illustrati, non arrabbiarti; è altrettanto importante capire perché i manipolatori agiscono in questo modo e stare attento alle conseguenze che la manipolazione può avere sullo stesso manipolatore.

Molti manipolatori cronici alla fine pagano a caro prezzo il loro modo d’agire e vanno incontro a violente battute d’arresto personali e / o professionali. Le conseguenze negative della manipolazione cronica possono includere alcuni dei seguenti aspetti:

  • Molteplici problemi di comunicazione e relazionali dovuti all’incapacità essere schietti e responsabili.
  • Essere allontanati o lasciati dagli altri che si sentono traditi, mentiti, delusi, costretti o sabotati.
  • Danno personale e / o professionale dovuto alla mancanza di fiducia, affidabilità e credibilità.
  • Bassa autostima: si è consapevoli, nel profondo, di essere una “bugia”.
  • Relazioni più distanti e stressanti in generale.
  • Stress e ansia di dover costantemente “coprire” se stessi, per paura di essere scoperti.

Manipolazione psicologica: come riconoscerla e come fermarla

Come si può mettere fine con successo a queste situazioni? Si elencano alcune chiavi per gestire i manipolatori (non tutte possono essere sempre applicate, meglio utilizzare quelle più idonee alla propria situazione)

  1. Conosci e ri-conosci i tuoi fondamentali diritti umani e quando vengono violati. Finché non fai del male agli altri, hai il diritto di difenderti e difendere i tuoi diritti (diritto di essere trattato con rispetto; di esprimere i tuoi desideri e le tue opinioni; di stabilire le tue priorità; di dire “no” senza sentirti in colpa; di proteggerti dalle minacce fisiche, mentali o emotive)
  2. Mantieni la distanza. Quando osservi questo tipo di comportamento in un individuo, mantieni una buona distanza ed evita di interagire con la persona a meno che non sia assolutamente necessario. Le ragioni della manipolazione psicologica cronica sono complesse e profonde. Non è compito tuo cambiare o salvare un manipolatore.
  3. Non sentirti tu il problema ed evita di incolparti. Dato che i manipolatori sfruttano le tue debolezze, è facile che tu ti senta inadeguato, o addirittura in colpa. In queste situazioni, è importante ricordare che non sei il problema. Cerca di porti alcune domande: sono trattato con rispetto sincero? Le richieste di questa persona sono ragionevoli? Sono l’unico che dà qualcosa in questa relazione? Mi sento bene con me stesso in questa relazione? 
  4. Sposta il focus su di loro, sondando con alcune domande. A volte è utile riportare l’attenzione sul manipolatore facendo alcune domande, per vedere se è consapevole delle richieste che ti avanza (Ti sembra ragionevole? Quello che vuoi da me ti sembra giusto? Mi stai chiedendo o mi stai dicendo? Allora, io cosa ne ricavo? Ti aspetti davvero che … ?). Queste domande hanno una funzione di specchio: il manipolatore può vedere la vera natura del suo stratagemma. Se il manipolatore ha un grado di autocoscienza, probabilmente ritirerà la richiesta e arretrerà. D’altra parte, manipolatori veramente patologici (come i narcisisti) respingono le vostre domande. In questo caso, affidati agli altri suggerimenti per mantenere il tuo potere e fermare la manipolazione.
  5. Usa il tempo a tuo vantaggio: spesso il manipolatore si aspetta una risposta da te subito, per massimizzare la pressione e il controllo. Invece di rispondere subito alla richiesta del manipolatore, sfrutta il tempo a tuo vantaggio e prendi le distanze dalla sua influenza immediata. Semplicemente dicendo: “Ci penserò”
  6. Sapere come dire “No”. Diplomaticamente ma con fermezza puoi dire di no: come scritto in precedenza, hai il diritto di dire “no” senza sentirti in colpa.

L’articolo mira a descrivere alcuni tratti dei manipolatori ma è bene anche sottolineare che spesso ci sono persone che più facilmente rispetto ad altri diventano vittime di manipolazione. Questo è dovuto soprattutto a particolari tratti personologici o a pregresse esperienze di vita, che rendono difficile, per una vittima, svincolarsi con facilità da una relazione in cui si viene manipolati. In questo caso è indispensabile chiedere aiuto ad un professionista.

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